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Esprimersi significa guarire. Non importa se l’espressione è confusa, e se la speranza in fondo all’espressione è solo il «sogno di una cosa».
Pier Paolo Pasolini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 8,5-11)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Mi lascio ispirare
Il Vangelo, oggi, ci apre gli orizzonti. Il tempo, da poco iniziato, è l’Avvento del Signore che viene ad abitare in mezzo a noi. È una questione di sguardi, certo, davanti alla grotta saremo chiamati a riconoscere Dio in quel bambino, qui una cosa sola ci è chiesta: esprimerci davanti a lui, cuore a cuore. Perché esprimersi davanti a chi ti ama è guarire.
Avere il coraggio di riconoscerci davanti a Gesù con le nostre debolezze, nel pieno delle nostre paralisi interiori, significa riconoscerlo come l’Emmanuele, il Dio con noi.
Vieni, Signore, abbiamo bisogno di guarigione: insegnaci ad amare e donaci un cuore nuovo, metti dentro noi il tuo Spirito che è il nuovo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le mie paralisi?
Dio è guarigione. Quando ne ho fatto esperienza?
Come posso in questo tempo di grazia prepararmi all’incontro con lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Novembre
2021
Cuore a cuore
commento di Mt 8,5-11, a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini