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C’è un tempo perfetto per fare silenzio,
guardare il passaggio del sole d’estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l’ora muta delle fate.
Ivano Fossati, C’è tempo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,1.7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Mi lascio ispirare
Immaginiamoci per un momento come strumenti musicali, un pianoforte al centro di un’orchestra. Suoniamo la nostra miglior melodia, senza fermarci, neanche un secondo di pausa per far accordare al nostro suono gli altri strumenti intorno a noi. Alcuni di essi smetterebbero di suonare, altri si sposterebbero e comincerebbero a suonare una loro melodia. Che confusione si creerebbe in sala!
Di per sé, noi esseri umani spesso amiamo essere al centro dell’attenzione. Talvolta soffriamo di manie di protagonismo, magari sul lavoro, all’università o nelle relazioni interpersonali che intrecciamo. Sembra quasi che non riusciamo più a stare in quella sedia vuota in ultima fila, ad attendere che qualcuno ci dica: “Vieni avanti, il tuo posto è qui, di fianco a me!”. Viviamo nella continua ansia di essere qualcuno, di avere un valore solo quando veniamo elogiati e riusciamo a conquistare il centro della scena.
Ma se dovessimo scoprire, alla fine delle nostre vite, che il vero centro della scena era dietro le quinte?
Il Signore ci porta a riflettere sul senso profondo dell’umiltà, di quanto essa sia la scelta più impopolare giusta per saper stare nel silenzio dell’attesa, per ascoltare e ascoltarsi, e accordarsi con l’armonia più profonda di Dio e della Natura, sua ancella.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa provi quando sei seduto nell’ultima sedia vuota in fondo?
Quale paura ti porta talvolta a porti al centro e non al fianco nelle relazioni interpersonali?
Dove vorresti essere davvero, qual è il posto che desideri davvero occupare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Ottobre
2021
Fare silenzio per ascoltarsi e ascoltare
commento di Lc 14,1.7-11, a cura di Ester Antonia Cozzolino