Ph. Matteo Suffritti SJ -
Lo que no es humano no es divino.
Ciò che non è umano non è divino.
Anonimo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Mi lascio ispirare
La formazione che Gesù mette in atto con i suoi compagni non punta a fare di essi dei piccoli o grandi guru solitari e autosufficienti, né a separarli dal mondo.
Sembra che la buona notizia della prossimità del regno di Dio non possa essere testimoniata che almeno in due, limando le punte dellʼentusiasmo e della paura, accettando il rischio dellʼaccoglienza reciproca nonostante lʼevidente povertà di entrambi, sostenendosi nel discernimento comune: a quale porta bussare, quale tasto evitare, quale canzone osare accennare.
Come il maestro, i suoi compagni sono invitati a non scappare dal mondo, ma a sbilanciarsi per incontrarlo nei luoghi più intimi, nelle case, accostandosi alle ferite e alle speranze di chi li accoglierà, in quei focolari dove si trovano senza maschere le malattie, il pane e il vino. Il principe della pace è vicino!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali oggetti e atteggiamenti sto abbandonando, stando col Signore e coi suoi compagni?
Quali stanno diventando miei?
Quando sono stato visitato da “figli/figlie della pace” con cui ho potuto condividere la verità della mia vita?
In quale situazione, in quale relazione il Signore mi invita a precederlo nella pace nonostante la mia evidente povertà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Ottobre
2021
La scommessa della relazione
commento di Lc 10,1-9, a cura di Matteo Suffritti SJ