Ph. Martina Pampagnin -
Comunque andare
anche solo per capire
o per non capirci niente
però allʼamore poter dire ho vissuto nel tuo nome.
Alessandra Amoroso, Comunque Andare
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-12)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Mi lascio ispirare
Non c’è tempo per fermarsi e chiedersi da che parte andare, quale sia la strada più semplice, quale più comoda, quale meno rischiosa. C’è solo da alzarsi e iniziare a camminare.
A tratti soli, a tratti in compagnia, camminiamo senza sosta e spesso senza renderci conto che il nostro passaggio lascia un segno anche dove pensiamo di essere solo passati per un attimo.
Camminiamo per le vie della vita, un giorno ricche di volti amici, un giorno più solitarie. Camminiamo perché di stare fermi proprio non ne abbiamo la forza. Camminiamo perché il Signore della messe ci ha chiamati a dar frutto, a seminare la sua parola di pace. Come non accogliere questo invito?
Passo dopo passo, casa dopo casa, con un sorriso, uno sguardo, una parola portiamo pace a chi incontriamo. Forse per un attimo, forse per molto tempo, ma possiamo dire: “Pace a questa casa!”.
Siamo chiamati a servire in ogni luogo in cui il Signore ci manda, in nome della pace di cui lui è portatore. Non sempre sono strade semplici, quelle che il Signore ci chiama a percorrere: i lupi si avvicinano, ci attendono.
Paure nostre, paure di chi incontriamo e chiude la porta di casa, magari alzandoci la voce contro, come lupi sono lì pronte al nostro arrivo. Non lasciamo che vincano loro: chiediamo che sia il coraggio a muovere i nostri passi.
Non desistiamo nella nostra missione: ascoltiamo la pace nel nostro cuore, facciamo un respiro e riprendiamo a lavorare nella messe del Signore con costanza e fiducia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale lupo minaccia la tua pace?
Su quale strada hai incontrato un fratello o una sorella portatrice della pace per te?
Per chi oggi chiedi la grazia della pace?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Settembre
2021
Pace a te!
commento di Lc 10,1-12, a cura di Martina Pampagnin