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E non appena il nostro appello è risuonato in quelle tenebre piene di apparizioni sensibili solo al nostro orecchio, un rumore leggero- un rumore astratto: quello della distanza soppressa- ed ecco la voce di quella persona cara che si rivolge a noi.
Marcel Proust
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,1-2.11-18)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Mi lascio ispirare
Gesù, risorto vivente, si presenta a Maria Maddalena, eppure lei non lo riconosce. Gli chiede di lui: convinta che si tratti del custode del giardino, teme che il cadavere sia stato rubato e gli chiede spiegazioni. La sola risposta che riceve è il proprio nome, pronunciato da una voce. Quel timbro, quella voce che in una maniera singolare unica fende l’aria e arriva presso l’udito della donna in lutto, pronuncia il nome Maria, e Maria riconosce il suo Signore. È in quel timbro di voce, in quel modo di dire il nome Maria che Maria rintraccia il legame con Gesù, autore vivente di quella voce familiare.
Solo alcune persone, nel momento in cui pronunciano il mio nome, invocano, tramite quel semplice gesto, la speciale relazione che sto costruendo con loro. Gesù mi chiama per nome, e in quella voce ritrovo casa, ritrovo il legame che vado costruendo con lui.
Le affida una missione: raccontare che lui vive e cammina nella storia. A quel tempo la testimonianza di due uomini possedeva valore giuridico, quella di una donna no, nessun valore. Gesù affida il racconto della resurrezione a una donna, a Maria Maddalena, una voce senza testimonianza in quella società: il Risorto si rivela includendo chi è escluso. La misura della sua rivelazione è l’esclusione delle donne e degli uomini che oggi abitano la terra.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali voci, pronunciando il tuo nome, ti riportano a delle relazioni importanti che vai costruendo?
In quale esperienza hai trovato la presenza del Signore come autore di una voce che include chi è escluso?
Quale nome puoi pronunciare tu, oggi, per avvicinare un tuo fratello al Padre?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Luglio
2021
Una voce che chiama per nome
commento di Gv 20,1-2.11-18, a cura di Carmine Carano SJ