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Le sere azzurre d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina:
trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi.
Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Non parlerò, non penserò a niente:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro,
nella Natura, – felice come con una donna.
Arthur Rimbaud, Sensazione
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,1-8)
In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: “Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato”. Ma egli rispose loro: “Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato”.
Mi lascio ispirare
Come formarsi dei criteri per avere dei punti di riferimento nella vita? Da dove ricavarli? La legge (qui rappresentata dal sabato) è sufficiente? No, se il Figlio dell’uomo è signore del sabato (cioè della legge).
Gesù suggerisce che a dare pieno valore e fondamento ai criteri di scelta nella vita è lui, scorgere lui in tutte le cose, nelle persone, nelle relazioni, nelle azioni e anche nelle leggi che ci diamo per vivere in comune e dalle quali non possiamo prescindere se non per scivolare nel mondo dell’arbitrarietà e della violenza del più forte.
Saper scorgere Gesù-misericordia. Saper stare dalla parte del favorire e non da quella del giudicare: delicatissimo e rischiosissimo. Eliminare i confini e le definizioni sarebbe il massimo della superbia. Limitarsi ad applicare confini e definizioni il massimo dell’ignavia e della rinuncia.
Vivere il mondo “camminando”, passando (“Gesù passò tra i campi di grano”) guardando e gustando e, dopo aver guardato e gustato, cercando di capire e di giudicare (perché anche giudicare è necessario, ma certo non giudicare gli altri…).
Chi passa, guarda e gusta ha maggiori possibilità di sperimentare misericordia (il cuore misero, semplice, nudo, fragile) e di vivere di misericordia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Immagina Gesù e i discepoli passare fra i campi di grano: cosa avrà fatto mentre camminava? Cosa avrà pensato? Campi di grano: pane, cibo, vita…
In che modo cerchi i criteri nelle tue scelte, specialmente in quelle più importanti?
Che significa, per te, misericordia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Luglio
2021
Passare, guardare, gustare: misericordia desidero
commento di Mt 12,1-8, a cura di Andrea Piccolo SJ