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La cosa spaventosa nei sentimenti di colpa: che neanche essi sono giusti.
Elias Canetti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,9-13)
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Mi lascio ispirare
Ho fallito di nuovo. Dopo la confessione, dopo i miei nuovi propositi mi ritrovo a rendermi conto che ho fatto lo stesso peccato, lo stesso errore che mi ero ripromessa di evitare. Mi vergogno ad ammetterlo a me stessa, la delusione verso di me è troppa, mi rimprovero mentalmente con ferocia per essere caduta di nuovo in tentazione.
Eppure, basta una preghiera. Dopo che mi sono intrappolata benissimo nei miei pensieri di autocommiserazione, la luce arriva da uno sguardo di misericordia, il Tuo. Quando ho cercato di raggiungerti – ogni volta che ho accettato la tua richiesta di sedermi, fermarmi e ascoltarti – il tuo sguardo su di me non è mai stato accusatorio, mai denigrante, mai dall’alto.
Ti siedi con me e condividi con me, nonostante tutto. E così respiro di nuovo.
Tutti i miei pensieri di punizione, tutti i miei malumori che mi avevano chiuso in me stessa svaniscono. Nessun sacrificio che mi punisca, ma misericordia per me, e per gli altri che ho ferito; altri che ora, non più bloccato da vergogna e sensi di colpa, posso realmente aiutare di nuovo, non con senso di dovere ma con empatia e amore.
Ed è probabilmente questo sguardo che Matteo ha visto, quando ha lasciato il suo banco, la sua personale prigione, e si è alzato a seguirti, attratto inevitabilmente dalla luce della misericordia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando i tuoi sensi di colpa ti hanno impedito di andare avanti nel tuo cammino verso la luce?
Come immagino lo sguardo di Gesù su di me?
Quali sacrifici hai cercato di compiere per coprire una mancanza di misericordia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Luglio
2021
Sguardo di misericordia
commento di Mt 9,9-13, a cura di Gloria Ruvolo