Ph. from Pxhere - Meravigliosa Creatura
La vita è il progetto di Dio con noi.
Dietrich Bonhoeffer
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1, 57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Mi lascio ispirare
Il suo nome è Giovanni. E non poteva essere diversamente, quel verbo, scritto su una tavoletta è il riconoscere qualcosa che è già, che si è compiuto e si sta compiendo.
“Giovanni” in ebraico significa “il Dio fa grazia” o anche “dono di Dio”. I genitori anziani, che molto avevano atteso e molto avevano desiderato, riconoscono ciò che Dio ha fatto per loro. Da una parte Elisabetta, la sua capacità di ascoltare e percepire. È lei per prima che parla, che riconosce. Dall’altra il padre Zaccaria, che alla presentazione del figlio alla comunità interrompe il silenzio in cui si era calato fin dall’annunciazione, un tempo sospeso, quello dell’attesa. Un tempo in cui custodire la promessa del Signore, forse anche intimoriti da tanta misericordia.
«Che sarà mai questo bambino?», che cosa sarà questa nuova vita, questo dono?
Lasciamo che la sorpresa e la meraviglia della grazia operino nelle nostre vite e siano feconde, anche nelle regioni deserte. Soprattutto nelle regioni deserte.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali silenzi sto custodendo?
Quale grazia riconosco oggi?
Per che cosa benedico oggi il Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Giugno
2021
Meravigliosa creatura
commento di Lc 1, 57-66.80, a cura di Francesca Carraro