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Solo colui che è capace di autoesame può mettere insieme le differenze, i diversi punti di vista.
Veronica Petito
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Mi lascio ispirare
La relazione è il farsi avanti di un’alterità che mi spiazza. È incontro. È disorientamento. L’Altro viene verso di me e pone delle coordinate che non sono le mie, guarda la vita da una prospettiva differente dalla mia. L’Altra è testimone di un punto di vista straniero sulla vita, distante da me. È un’esperienza che mi disarma.
Viene chiamata in causa dalla regola d’oro che propone Gesù: Fa’ agli altri ciò che vuoi gli altri facciano a te. La regola provoca a guardare e a desiderare dal punto di vista dell’Altro. Mi spinge al decentramento: decentrarmi per guardare e desiderare a partire dal Tu, a partire dal territorio straniero che è la sensibilità di chi mi sta di fronte. Io sperimento il desiderio a partire da me, ed è naturale. Accanto a questa esperienza Gesù ne suggerisce un’altra: mettersi nei panni della sensibilità e del desiderio dell’Altro, dell’Altra.
Stare presso il cuore e la mente dell’altra persona è anche un rischio. Lo sperimento quotidianamente. Incontro, frequento, osservo amici e amiche, persone che ruotano attorno alla mia esistenza. Me ne formo un’idea. Ingabbio l’altro nel perimetro stretto della mia comprensione. È un rischio. Rischio di chiudere gli occhi sull’eccedenza che è la persona di fronte a me, sul fatto che è sempre oltre la mia idea. L’Altro e l’idea che io ne ho possono sfiorarsi, ma non coincidere. L’idea allora – mi insegna la regola di Gesù – va messa in discussione: è un cantiere aperto dove lavorare per imparare a sostare presso il cuore e la mente di chi incontro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando hai compreso e sentito che la persona di fronte a te è oltre l’idea che ti eri formata di lei?
Quando hai provato a sperimentare il desiderio a partire dalla sensibilità di altri?
Nell’alterità di chi puoi calarti oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Giugno
2021
Il disorientamento dell’incontro
commento di Mt 7,6.12-14, a cura di Carmine Carano SJ