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E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita. Che fantastica storia è la vita.
Antonello Venditti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 19,31-37)
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Mi lascio ispirare
Sono qui, davanti alla croce. È caldo, il cielo è grigio, l’aria pesante. Ho la nausea davanti a te, che ho perso. Sento strappato via un pezzo di me, un pezzo fondamentale. E ne soffro tutto il dolore.
Arrivano i soldati, eseguono freddamente gli ordini. Solamente per preservare le apparenze del sabato. Ma a te decidono di trafiggere il costato.
Sangue rosso intenso, poi acqua. Dentro di me tutto si ferma, rimango attonito davanti a un abisso di mistero. Il dolore è ancora lì, ma non soffro più come prima. Prevale lo sbigottimento. Non posso che stare in silenzio. Ora mi sembra finalmente di vedere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho sofferto nel perdere qualcosa o qualcuno a cui ero attaccato?
Cosa ho sentito nello staccarmi?
Quali eventi mi hanno allargato l’orizzonte, permettendomi di guardare la cosa da un punto di vista più ampio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Giugno
2021
Vedere lʼinfinito
commento di Gv 19,31-37, a cura di Ettore Di Micco