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La tradizione è la custodia del fuoco, non l’adorazione della cenere.
Gustav Mahler
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Mi lascio ispirare
Gesù rassicura il suo popolo: non c’è nulla della tradizione di Israele che vada scartato, buttato via, negato. In lui ogni iota, ogni dettaglio di quella storia viene rinnovato e trova il suo pieno compimento. Cristo si pone in continuità, non in rottura. Questo assunto, che tanto ha segnato la storia della Chiesa e della nostra teologia, può aiutarci anche a guardare la nostra vita sotto una luce diversa.
Il Signore non ama solo alcune parti della nostra storia, ma tutte. Ogni esperienza che abbiamo vissuto misteriosamente ci prepara ad essere ciò che siamo chiamati a diventare. Il Signore non vuole che ci strappiamo di dosso dei pezzi del nostro passato, ma che con pazienza ricuciamo tutto; che, accompagnati dal suo sguardo misericordioso, compiamo lo sforzo di tenere insieme ogni parte della nostra vita e della nostra storia, per scoprire quale meraviglioso mosaico può saltarne fuori. Come in natura, la crescita spirituale non funziona per gradini, ma per “piani inclinati”; non per rotture, ma per progressive integrazioni.
Davanti al nostro passato rischiamo due derive opposte: negarlo per vergogna e rifiutare che faccia parte della nostra identità; oppure attaccarci ad esso, guardando con paura e diffidenza ogni cambiamento che metta a rischio qualcuno dei nostri capisaldi. Il Signore ci prende per mano e ci guida per la strada più affascinante, quella di chi ha il coraggio di non abolire niente della propria storia, e che pure allo stesso tempo è docile a lasciarsi plasmare da quel continuo fuoco di novità, lo Spirito, che vuole dare ogni giorno un nuovo, pieno compimento a ciò che è stato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa del tuo passato fatichi ad accettare?
Quale novità del tuo presente guardi con sospetto?
Dove vedi che ti è offerta l’opportunità di sentirti integrato e riconciliato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Giugno
2021
Al passato grazie, al futuro sì
commento di Mt 5,17-19, a cura di Comunità Centro Poggeschi