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Quando si perde il Tao, appaiono la moralità e il dovere.
Laozi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Mi lascio ispirare
A tutti noi è capitato di soffrire per aver perso qualcuno a noi caro. L’esperienza dei discepoli è un’esperienza di delusione e sofferenza perché Gesù li lascia. Avevano riposto in lui molte aspettative. Eppure Gesù dice che è tempo per lui di andare e ci lascia 3 parole chiave: peccato, giustizia, giudizio.
Peccato
Siamo alla perenne ricerca di conferme dei nostri preconcetti e talvolta ci sembra di non poter vivere se non attraverso le nostre credenze. Eppure non riusciamo a ricordarci sempre che sono “solo” credenze, sempre da vagliare e mai da imporre – agli altri, alla realtà o a noi stessi.
Questo ci fa mancare il bersaglio e ci impedisce di accogliere la realtà che accade e di partecipare pienamente ad essa. E proprio questo non ha permesso a Gesù di essere accolto, finendo piuttosto per essere etichettato come blasfemo.
Giustizia
Ogni volta che mi schiero solo da un lato, sto decidendo di guardare alla metà vuota (oppure a quella piena) del bicchiere. Dimenticando che quello è un bicchiere che contiene acqua e contiene aria. Non è né mezzo pieno né mezzo vuoto. È un bicchiere, punto e basta. Il resto è arbitrariamente deciso da me.
Allo stesso modo, nel momento in cui etichetto come buoni gli uni e come cattivi gli altri, mi sto schierando da una sola parte. Ignorando che anche l’altra ha qualcosa da dire.
L’unica giustizia è saper stare in mezzo a tutte le voci, ascoltare le contraddizioni senza necessariamente schierarsi da un solo lato e mantenere una coerenza logica – che abisso c’è tra la logica e la realtà!
Accogliere interamente per poter dare a ciascuna voce l’ascolto che merita. Non schierarsi, ma tenere insieme il gruppo, ascoltare e guidare la squadra. Questo è amare, questa è l’unica forma di giustizia che Gesù ha insegnato. Anche se la nostra logica ce lo fa giudicare da perdenti.
Giudizio
Il “principe del mondo” è al principio dell’odio. Capita ogni tanto che si affacci in noi qualche voce che non merita un ascolto troppo approfondito né tantomeno merita un tempo di dialogo e, quando le diamo ascolto, non ci porta da nessuna parte, o addirittura ci trascina più in basso. E ce ne accorgiamo perché dentro sentiamo qualcosa che non va. Una frizione interiore, una sofferenza a piccole ma costanti dosi.
Al contrario, ci accorgiamo di cosa significhi amare e di quali siano le istanze che ci conducono a quell’amore, poiché ci lasciano un gusto, un sapore, tenue e forse indescrivibile, di Vita.
Se saremo in ascolto del nostro cuore, sapremo quale decisione prendere a ogni bivio, poiché sapremo riconoscere con quale voce stia parlando l’Amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali aspettative riponi nella realtà e nelle persone che ti circondano? E se venissero deluse?
Come hai reagito l’ultima volta che qualcuno ha messo in discussione qualcosa che ritieni vero? Cosa hai sentito?
Davanti a un tema che divide, cosa ti spinge a “schierarti” da un lato? Quando ritieni necessario agire?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Maggio
2021
Incondizionatamente presente
commento di Gv 16,5-11, a cura di Ettore Di Micco