- Magritte, Il donatore felice (1966)
Crassa pigrizia quella per cui si chiama Dio tutto ciò che non si riesce a spiegare. Dio sarebbe la somma della nostra ignoranza?
Ugo Ojetti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,54-58)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Mi lascio ispirare
A causa dell’incredulità della sua gente, Gesù non compie molti prodigi nella sua patria. I suoi non sono ancora pronti e lui non è un fenomeno da baraccone. Non predice il futuro come una fattucchiera, prevedendo degli eventi che devono accadere. Il futuro che lui annuncia chiede di essere accolto nel presente come novità che irrompe e cambia la vita, non come un destino ineluttabile che bisogna accettare senza fiatare.
È la stessa sensazione che sperimentiamo anche noi quando facciamo un’esperienza importante e poi proviamo a condividerla con le persone care. Ci accorgiamo che per quanto ci sforziamo a raccontare, non sempre i nostri interlocutori riescono a comprendere quello che abbiamo vissuto e perché sia stato così importante per noi.
Ci accorgiamo che c’è una soglia di incomunicabilità dell’esperienza che la parola non può colmare: non c’è spiegazione che tenga. È una sensazione liminare: da una parte sperimentiamo una certa solitudine di fronte all’incomprensione, dall’altra sentiamo di essere portatori di qualcosa di irrinunciabile che non possiamo tenere per noi.
Assumere l’incomprensione dell’altro diventa parte integrante dell’esperienza, perché stimola un nuovo modo di stare di fronte agli altri. È così che quell’esperienza cambia davvero la nostra vita. E’ successo anche a Gesù: attraverso l’incomprensione dei suoi matura pian piano la consapevolezza che solo la vita donata può diventare parola efficace per dire la bellezza del futuro che lui intravede e che sta bussando nel presente dell’umanità…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale tua esperienza personale senti che non ha ancora trovato parole per comunicarsi?
In che modo quell’esperienza ha cambiato la tua vita?
Come questo cambiamento parla alle persone che hai intorno?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Maggio
2021
L’incomprensione che aiuta a capire chi sei
commento di Mt 13,54-58, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ