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“Pane” è la più accogliente, la più gentile delle parole. Scrivetela sempre con la maiuscola, come il vostro nome.
Anonimo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,35-40)
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Mi lascio ispirare
Donami, Signore, di credere ogni giorno nella tua promessa di vita. Che il profumo del pane accompagni i miei passi e il suono dell’acqua e del vino versati per me diano ritmo alla mia quotidianità. Che il suono del pane croccante, appena sfornato, spezzato e condiviso diventi il mio modo di agire la vita. Quando i miei occhi non vedono, siano i profumi e i suoni di cui mi parli ad accompagnare ogni mio gesto.
Quando mi sembrerà di perdere tutto, di essere vaso vuoto, ricordami che nulla che sia per me mi verrà mai tolto e che ciò che perdo oggi è per avere il meglio domani. Insegna ai miei occhi a riconoscere la vita anche dove sembra che non ci sia, a credere anche quando sembra impossibile perché tutto è contro.
Fa’ che il mio cuore non dimentichi mai che questa è tuo desiderio per me: che io stia bene sempre, senza fame, senza sete, eternamente ricolma della tua vita luminosa e piena.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho avuto più fame e più sete?
Quale luogo della mia vita affido oggi perché risusciti?
Cosa mi fa sentire pienamente figlio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Aprile
2021
Profumo di pane
commento di Gv 6,35-40, a cura di Martina Pampagnin