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E un bel giorno ti accorgi che esisti, che sei parte del mondo anche tu, poi un raggio di sole ti abbraccia, i tuoi occhi si tingon di blu e ti basta così, ogni dubbio va via e i perché non esistono più.
Ivana Spagna, Il cerchio della vita
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,30-35)
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Mi lascio ispirare
Siamo tutti cercatori di senso, è nel nostro DNA. La società spesso ci spinge a renderci spettatori della vita che scorre, soffoca la nostra libertà di essere così come siamo, stupendamente umani, e cerca di annullare la nostra capacità di discernere… Ma non possiamo soffocare il bisogno di sapere chi siamo e cosa ci facciamo sulla terra.
L’indigestione di notizie, di piaceri tappabuchi, di oggetti che dimezzano la fatica e accelerano la vita, la edulcorano, non possono saziare la fame di eternità che cerchiamo nel profondo. Non è stato così nemmeno per alcuni giudei, che una volta ricevuta la legge da Mosè si sono omologati e hanno ingoiato tutto passivamente, perché poi, quando hanno incontrato Gesù, qualcosa è cambiato.
Gesù ha riacceso la loro fame di senso: “Signore, dacci per sempre questo pane!” è il loro grido commovente. Chiedono un pane che non vedono, ma che hanno già, proprio davanti ai loro occhi. E Gesù prontamente risponde a questa richiesta: avete chiesto il pane della vita eterna? Eccomi!
Gesù è, “io sono”. E allora possiamo gridare “eureka”! Rivelandoci la sua identità, Gesù ci rivela la nostra! Gesù è il dono d’amore di Dio per noi, nella sua relazione al Padre, ci mette in relazione. Tutto ciò che Gesù è, lo condivide con noi. Gesù ci dà tutto se stesso, è concreto, tangibile proprio come il pane. Dà fine al tormento della nostra ricerca di senso, toglie peso al panico del nostro caos interiore attraverso la gioia dell’amore gratuito.
Allora chi siamo? Siamo il prodotto di questa vera relazione d’amore: figli, amati all’infinito. Tuttavia, siamo troppo piccoli per poter contenere l’infinito di questo amore che ci supera a ogni caduta e ci rialza. Allora non ci resta che saziarci pienamente di Gesù, gustare boccone dopo boccone questo amore e condividerlo con chi abbiamo accanto. Da amati ad amanti: ecco chi siamo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cos’è che mi sazia davvero?
Cosa provo quando vivo l’Eucarestia?
Come condivido l’amore ricevuto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Aprile
2021
Eureka!
commento di Gv 6,30-35, a cura di Ilaria De Lillo