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Io sono tutto l’amore che ho dato,
tutto l’amore incondizionato,
l’imbarazzo dietro al vanto,
un sorriso dentro al pianto.
Francesco Gabbani per Ornella Vanoni
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 13,21-33.36-38)
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Mi lascio ispirare
Le nostre relazioni umani sono fragili e, a volte, fallaci. L’amicizia, l’amore sono promesse di felicità non sempre realizzate. Finito l’incanto iniziale, può subentrare la stanchezza, la noia. A volte, persino l’invidia e il tradimento. Il Signore vive questo fallimento nella sua stessa carne e condivide con noi il dolore che ne deriva. Il Signore è turbato! Consapevole dei tradimenti che lo attenderanno, lascia che si consumino. Non perché li desideri, tanto meno perché indifferente. Semplicemente perché l’Amore lascia libero l’altro, anche quando sbaglia. Anche quando questo sbaglio costa caro.
Giuda lo venderà per denaro. Pietro lo rinnegherà per timore. Eppure, proprio in queste circostanze, si manifesterà la gloria di Dio. Nelle ferite inferte e subite si insinuerà una luce. La luce di chi perdonerà e sarà perdonato. La luce di chi, asciugandosi le lacrime dal volto, crederà ancora una volta che la Vita è donarsi e accogliere. Anche quando la mano tesa può mutarsi in un pugno chiuso. Persino quando il corpo è attraversato da chiodi che uccidono, lo Spirito può ancora affidarsi al Padre e scegliere di credere nella relazione. E proprio quel corpo straziato, diventerà fonte di vita e di Bellezza. Allo stesso modo, le macerie delle nostre delusioni, se attraversate dalla Sua grazia, possono essere solide fondamenta da cui ripartire. È il mistero della Pasqua!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni hai tradito? Quando invece ti hanno tradito?
Come hai affrontato queste situazioni?
In che modo il Signore è entrato in questi momenti di fallimento?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Marzo
2021
Non c’è spina senza rosa
commento di Gv 13,21-33.36-38, a cura di Maria Pia S.