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Si sente la necessità assoluta di muoversi. E soprattutto di muoversi in una direzione particolare. Una doppia necessità: muoversi e sapere in che direzione.
David Herbert Lawrence
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 8,21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Mi lascio ispirare
L’occasione che la scena narrata oggi da Giovanni mi offre è troppo ghiotta per non leggere in essa le mie reazioni all’annuncio di libertà che oggi Gesù mi rivolge. Mi viene facile contemplare la scena e ascoltare le parole di Gesù stando in quel gruppo indefinito, tra le file di quel generico “loro”.
«Mi cercherete ma morirete nel vostro peccato», «dove vado io, voi non potete venire», «io sono di lassù, voi di quaggiù». Ma chi crede di essere questo Nazareno?
È davvero difficile stare ad ascoltare qualcuno che mi riporta alle mie mancanze, alle mie incoerenze. Ma in fin dei conti non è molto diverso da quello che spesso mi capita di fare da solo con me stesso, rimproverandomi da solo. Il problema nasce, invece, quando qualcuno mi riporta a quegli inciampi per dirmi che non dicono tutto del mio cammino, che certamente non ne indicano la meta.
Tra il vociare di quella folla nel tempio accolgo questo annuncio, oggi: credere in Gesù significa togliere al peccato la possibilità di dire di me la parola definitiva. Credere in Gesù significa cercare nello spreco d’amore della croce le coordinate del Padre. Senza queste coordinate, la mia ricerca potrebbe essere inutile.
Oggi posso scegliere di fare diverse cose: unirmi ai farisei e lapidarmi per le colpe che ho davanti; unirmi agli altri giudei e lapidare Gesù che mi propone una parola e un modo d’essere nuovi; oppure ritornare al centro dell’annuncio, alla Parola di oggi, e accoglierla proprio per ciò che ci dice, perchè “molte cose ha da dire di noi”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Gesù oggi mi rilancia, da cosa me ne accorgo?
Quale delle affermazioni di Gesù oggi ti sorprende?
In quale luogo della mia vita mi sento chiamato a “sprecarmi”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Marzo
2021
Le coordinate del Padre
commento di Gv 8,21-30, a cura di Matteo Palma