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E poi, serenamente, a ciò che non ti rappresenta dire no,
finalmente,
perché chi viene alla luce
illumina,
illumina.
Niccolò Fabi, Attesa e inaspettata
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,14-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Mi lascio ispirare
“E tu, ci credi ancora all’amore?”: la mia condanna, la mia assoluzione, le pagine bianche di questa vita nuova che mi sta attendendo, dipendono solo dalla mia risposta a questa domanda. Sono ancora capace di credere all’amore, oppure no? Forse si resta nelle tenebre perché non si crede più che qualcuno possa amare in questo modo, senza condizioni, senza farci del male, e senza fine. Non siamo abituati a qualcuno che decide di restare, figuriamoci poi uno che resta per tutti, senza distinzioni. “Nessuno verrà a condannarti”.
Nicodèmo arriva davanti a Gesù nella sua notte, da uomo che vive secondo la Legge, in cerca di una vita nuova, possiamo immaginare le sue, le nostre resistenze: se non c’è nessuno che mi condanni, tutta la mia vita, passata a cercare di guadagnarmi l’eternità osservando determinati comportamenti, non ha senso. Perché cerco continuamente un’assoluzione, di compiacere un Dio che è un giudice che si rivela così ingiusto? Un uomo innocente che muore al mio posto, che si fa simulacro dei nostri peccati, non ha senso, questo amore è ingiusto.
E tu mi dici che non posso guadagnarmi una vita nuova, perché la ricevo da un altro nel momento in cui riesco a sollevare lo sguardo da me stesso, verso quella Croce, e la riconosco come dono. È un altro che mi dà alla luce: questo fa paura, questo ci fa sentire vulnerabili. Vengo fuori dalla Tua ferita d’amore. Tu mi chiedi di credere a questo amore senza senso che ci fa figli e fratelli, venendo verso di Te che sei la luce.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ti permette di credere ancora all’amore?
Dove stai cercando la salvezza?
Cosa significa per te amare più le tenebre che la luce?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Marzo
2021
Ferita d’amore
commento di Gv 3,14-21, a cura di Caterina Bruno