Mani che pregano, Albrecht Dürer (1508) -
Esistere è la mia preghiera, come esisto è come prego.
Maurizio Maggiani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Mi lascio ispirare
Oggi ci vengono presentati due modi differenti di pregare.
Il fariseo prega Dio, ma in verità guarda a sé stesso. Prega sé stesso! Invece di avere davanti agli occhi il Signore, ha uno specchio. Anche la sua posizione nel pregare lo dice: pur trovandosi nel tempio, non sente la necessità di prostrarsi dinanzi alla maestà di Dio, sta in piedi, si sente sicuro, quasi fosse lui il padrone del tempio!
Il pubblicano, invece, si presenta nel tempio con animo umile e pentito – e anche qui viene messo in risalto l’atteggiamento del pubblicano: si ferma a distanza, non alza gli occhi al cielo e si batte il petto. «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Niente di più. Si presenta a mani vuote, con il cuore nudo, riconoscendosi peccatore, il pubblicano mostra a tutti noi la condizione necessaria per ricevere il perdono del Signore
In questo cammino che ci sta portando verso la Pasqua è fondamentale imparare a ritrovare il valore dell’intimità e del silenzio, perché è lì che Dio ci incontra e ci parla. Soltanto a partire da lì possiamo a nostra volta incontrare gli altri e parlare con loro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che situazione mi sento più a mio agio nel pregare?
Quale pentimento offro oggi al Signore?
In quale luogo della mia vita avrei più bisogno di silenzio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Marzo
2021
Con il cuore nudo
commento di Lc 18,9-14, a cura di Domenico Pugliese