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È grazie a te se adesso scrivo,
se posseggo un obiettivo,
se ho capito che vinco se vivo,
morto non servivo,
morto non sei vivo.
Fabrizio De André
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 4, 24-30)
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Mi lascio ispirare
Gesù è a Nazareth, casa sua, il luogo in cui era cresciuto. Quando si torna a casa propria generalmente si cerca riparo, conforto, riposo. Gesù si reca al tempio, poiché era sabato, e pare non avere troppa intenzione di stare per conto suo a rilassarsi, ma si mette a insegnare e lo fa con parole un po’ dure, tanto che gli scribi e gli altri fedeli della sinagoga sono sdegnati al punto di volerlo gettare dal monte.
Ricordiamo che il monte è il luogo dell’incontro con Dio, quindi gettarlo via significa non volerlo ascoltare, non volerlo incontrare, chiudere testardamente le orecchie e il cuore.
Si tratta di una chiusura che deriva dal fatto che, all’udire quelle parole, i fedeli del tempio si sono sentiti toccati profondamente, tutta la loro ipocrisia rischia di essere smascherata, si sentono deboli e vulnerabili.
Quante volte è accaduto questo anche a noi?
Messi faccia a faccia con le nostre fatiche, a volte preferiamo ignorarle, far finta che non esistano perché è più facile così. Tuttavia il giudizio di Dio è liberante e fecondo per la nostra vita in pienezza.
Chiediamo al Signore di aiutarci a non indurire il nostro cuore e ad avere il coraggio di affrontare le nostre paure, partendo con il riconoscerle, con sana inquietudine, per poterci mettere in cammino dietro di lui senza zavorre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo lascio che Gesù penetri a fondo nella mia vita per trasformarla?
Cosa mi impeidsce di accogliere la parola di Dio?
In quali occasioni mi sento profeta in patria mia? Mi sento ben accetto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Marzo
2021
Lasciarsi provocare
commento di Lc 4, 24-30, a cura di Marco Ruggiero