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La tua idea è stata perfetta. Col senno di poi capisco che avrei dovuto pensarci anch’io, ma rimane il fatto che non ci ho pensato.
Isaac Asimov
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Mi lascio ispirare
La storia di Lazzaro e del ricco epulone racconta un rovesciamento delle sorti. Ciò che viene detto in tanti passaggi della Bibbia, che il Dio di Israele ha cura dei piccoli, degli orfani, delle vedove e degli stranieri, qui si trasforma in trama e dialoghi.
Abbiamo due personaggi, un povero e un ricco. Il povero ha un nome, Lazzaro. Sotto lo sguardo di Dio, egli possiede un’identità precisa: ha un volto e una biografia che vengono visti e custoditi. Lazzaro vive una condizione di estrema invisibilità e di periferia esistenziale. È vicino a chi detiene potere e ricchezza, ma è come se vivesse sulla Luna.
Dopo la morte, per il rovesciamento delle sorti, si ritrova nel seno di Abramo, accanto a lui come immagine di paradiso e di giustizia.
Il ricco, invece, non ha nome, di lui si dice ciò che indossava e come mangiava, non si racconta la storia. Gli oggetti, per quanto eleganti e raffinati, sostituiscono la persona. Anche quest’uomo vive un rovesciamento delle sorti e si ritrova in una condizione opposta a quella vissuta in terra. Qui si preoccupa dei fratelli, che non commettano gli stessi sbagli.
Si apre un dialogo, tra il “senno del poi” del ricco e il “qui e ora” di Abramo, “Se avessi saputo․․․”, “Se avessi immaginato․․․”. La frase conclusiva del Patriarca è potente: «neanche se uno risorgesse dai morti sarebbero persuasi».
Non c’è ammonimento che valga o rimprovero che possa cambiare il cuore, se questo non si apre alla persona di Gesù con amore e fiducia. La via della vita “eterna”, ossia nuova, rispettosa, giusta è quella tracciata dall’attesa animata dall’amore, non quella segnata e imposta dalla paura. Una giornata di amore vale un anno di paura!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ti è capitato di ragionare con il “senno di poi”? Cosa ti ha insegnato?
Quanto spazio ha il timore nelle scelte della tua vita?
Qual è la cosa per cui ti spenderesti per amore, per cui ti comprometteresti per amore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Marzo
2021
Una giornata di amore
commento di Lc 16,19-31, a cura di Diego Mattei SJ