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Jasmine: Posso stare tranquilla?
Aladdin: Certo! Ti fidi di me?
Jasmine: Come?
Aladdin: Ti fidi di me?
Aladdin
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
Possiamo sbatterci contro ogni giorno, più volte, all’amore e… non vederlo, non riconoscerlo. Eppure il Segno c’è, ed è la presenza di Gesù in mezzo a noi, allora come ora. Ma siamo troppo impauriti, troppo preoccupati (e l’esame, e lo studio, e il lavoro, e la pandemia e la bolletta) a volte forse troppo annoiati per vederlo.
Come in una qualsiasi relazione, anche nella fede, c’è un momento in cui ci è chiesto di fidarci. Non è un salto nel vuoto, ma nelle mani dell’Altro. Eppure, quante volte prima di saltare chiediamo conferme “Mi ami? E quanto mi ami?”, chiediamo segni: è un continuo mettere alla prova. E quanta frustrazione questo crea nell’Altro che non è mai abbastanza.
Abbiamo costantemente bisogno di certezze, chiediamo all’altro di colmare quello spazio fra noi e lui, di fare lui ciò che dovremmo fare, invece, insieme. Perché ciascuna relazione, compresa quella di fede, è avanzare un passo alla volta, perdendo l’equilibrio per un attimo, fidandoci di chi ci sta di fronte. Possiamo anche scegliere di non rischiare, mai. E stare fermi e così morire, un pezzo alla volta.
Ti fidi?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Di che cosa ho paura, nelle relazioni?
Quali segni chiedo? Quali, già presenti, non riesco a vedere?
Qual è il prossimo passo che mi impegno a fare in questa Quaresima?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Febbraio
2021
Ti fidi di me?
commento di Lc 11,29-32, a cura di Francesca Carraro