Ph. Matteo Suffritti SJ -
E nella logica del tempo qualsiasi cosa passerà,
anche se non ne cogli il senso un giorno il senso arriverà.
Ed è una regola del mondo: chi amore ha dato amore avrà
in questo tempo senza tempo che noi chiamiamo eternità.
Renato Zero
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Mi lascio ispirare
Una voce suggerisce un progetto, un’idea, una sistemazione risolutiva. Voce non messa alla prova dell’amore. Per ottenere quell’obiettivo non ci si interroga troppo su mezzi, strumenti, sensatezza dei passaggi intermedi․․․ Diventa una roba mia, di cui non parlo con nessun amico. O solo con quelli che per qualche motivo non fanno domande troppo scomode, fanno fatica a vivere con noi un confronto intimo. Quella prospettiva diventa un modo per conquistare il mondo. Il nostro modo per dimostrare che ce l’abbiamo fatta. Dimostrarlo al mondo, a un parente, a un nemico, a noi stessi. E prende forme così tante e così diverse che non sembra più partire dalla stessa radice, quella voce che grida dal profondo: “salva te stesso!”.
Gesù sa che abbiamo bisogno di trovare un senso alla nostra vita. Ma vede anche che gli ronziamo attorno da un po’. Una nostalgia piena di speranza ci rende interessati alle sue parole, alla sua vita. Gesù ci provoca ad una sequela più consapevole, più radicale. Ci invita a condividere la sua fiducia nel Padre, fiducia nel suo regno che viene. Potremmo iniziare a non preoccuparci di “salvarci noi stessi”.
Potremmo provare a non sprecare nessuna occasione di amore. Senza paure, senza proteggerci. E quando ci accorgessimo che abbiamo amato male o poco, semplicemente riconoscerlo e chiedere perdono, riprendendo il cammino, umilmente, fino alla fine. Amare senza secondi fini. Senza accumulare punti da nessuna parte. Provare a seguire l’amore che ci precede. Dal punto preciso in cui siamo, lì dove la vita chiama. Gratificazioni come fini a se stessi, limiti e rifiuti, anche violenti, non sono più il criterio, se il terzo giorno è preparato per noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che forme prende in me la voce che suggerisce “salva te stesso”?
Con chi posso parlare del senso della mia vita? Quanta paura ho dei limiti e dei rifiuti?
Cosa provo davanti a questo Gesù scomodo, che non ha paura di soffrire, che si fida di amare, costi quel che costi, fino all’eternità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Febbraio
2021
Il danno e la beffa
commento di Lc 9,22-25, a cura di Matteo Suffritti SJ