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Togli la maschera. La tua faccia è magnifica.
Gialal al-Din Rumi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 7,1-13)
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Mi lascio ispirare
Gesù, com’è bello vederti così autentico e unito.
Sono venuti a studiarti fin da Gerusalemme, i farisei, e ora sono lì in piedi che vi guardano. Ma tu sei sereno e attorno a te i discepoli possono continuare a essere se stessi, senza maschere. Si mangia e si sta bene insieme come sempre: a nessuno è venuto in mente di trasformare casa vostra e i vostri comportamenti in qualcosa di più “perfetto”, così “nessuno può avere niente da ridire”. Io cambio eccome, a seconda di chi ho davanti, e quando mi sento addosso degli occhi che giudicano, trasmetto tutto meno che serenità. Donami la tua pace e la tua libertà.
Tu senti chiaramente che la Parola di Dio parla di te e del mondo che hai attorno, che Isaia ha pregato e scritto per te, verità di cuore e di vita che si compiono nel tuo tempo. Io spesso mi sento lontanissimo dalla tua parola, penso che alla fine i problemi veri sono altri, e che quello che trovo in questo libro scritto più di duemila anni fa non può entrarci nulla. Donami la tua sapienza.
A volte, come i farisei, mi metto così tanto di impegno a risolvere tutto e cercare di essere giusto e impeccabile che neanche mi accorgo davvero di cosa hanno bisogno quelli che vivono con me. Tu sai che l’unica chiave d’ingresso per la giustizia e la felicità sono le relazioni. Fammi semplice come te.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni rischio di diventare falso per compiacere le persone con cui sono?
Ci sono momenti in cui fede e vita mi sembrano cose completamente diverse?
Per che cosa oggi ho bisogno di semplicità e sapienza che vengono dall’alto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Febbraio
2021
Semplice come Te
commento di Mc 7,1-13, a cura di Comunità Centro Poggeschi