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Peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 4,35-41)
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Mi lascio ispirare
La nostra vita è un viaggio. Sin dalla nascita, siamo chiamati a fare piccoli passi verso l’ignoto. Come i discepoli, siamo invitati a passare all’altra riva. Alcuni passaggi, sono più agevoli. La mano salda dei nostri genitori, insegnanti, amici, ci sorregge. Altre volte, ci tremano le gambe. Sentiamo il vuoto sotto i nostri passi, ci sentiamo in mezzo ad una tempesta.
Proprio in questi momenti, abbiamo la possibilità di fare un incontro personale con il Signore. Il superfluo svanisce e resta l’essenziale. L’essenza del dolore che, a volte, ci piomba addosso, senza preavviso. L’essenza della solitudine, dell’ umiliazione e del tradimento. L’essenza dei nostri fallimenti e meschinità.
Proprio quando non bastiamo più a noi stessi, abbiamo l’opportunità di incontrare l’Altro. Il senso della nostra sofferenza, il motivo per ripartire. I discepoli credono che il Signore non si curi di loro. In realtà, è stata necessaria la tempesta, affinché loro stessi si accorgessero di aver bisogno di Lui.
Se lo invocheremo, Lui risponderà. Con una parola di vita. Una parola potente, dinanzi alla quale, anche il vento e il mare, si placheranno.
Passata la tempesta,continueremo a interrogarci sul significato di questo incontro. Non ci sarà dato di comprendere tutto. Ma avremo la certezza, che Lui c’è stato, c’è e ci sarà.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ti sei mai sentito perso e spaventato. Come in una tempesta?
Hai mai invocato l’aiuto del Signore in queste occasioni?
Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Gennaio
2021
Benedetta crisi
commento di Mc 4,35-41, a cura di Maria Pia S.