Foto di Zhivko Dimitrov da Pixabay -
Imparò a conoscere per la prima volta in vita sua la malattia, la benefica coercizione delle sue mani delicate, la sensazione meravigliosamente ingannevole di potersi alzare ma di non volersi sollevare dal letto, la capacità di stare disteso e allo stesso tempo di librarsi, la forza che viene dall’abbandono come la grazia dalla sventura, e il muto dialogo con il cielo, che vasto e grigio empiva la finestra della stanza situata in alto, unico ospite dal mondo esterno.
Joseph Roth
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Mi lascio ispirare
La scena si apre con il passaggio dalla sinagoga (luogo di culto) alla casa (luogo di relazioni). Proprio qui il modo di agire di Gesù avviene attraverso due movimenti: sollevare e servire, amare e servire, amar y servir.
Nella guarigione della suocera di Pietro la comunità che segue Gesù riconosce se stessa: egli la guarisce, la rialza, le ridà vita piena dopo la malattia
Molto significativo anche un altro punto: il male avverte subito l’autorità di Gesù perché conosce il bene, gli dà fastidio e scappa. Non c’è resistenza di fronte a Gesù. E solo lui può dare pienezza di vita.
Oggi possiamo fermarci sui nostri luoghi di preghiera, sui nostri luoghi di relazione, perché è lì che Gesù vuole scendere più a fondo, entrare più in intimità. Prendiamoci qualche minuto per fermarci con lui, parlarci e raccontargli le nostre malattie.
Lasciamoci stupire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo posso amare e servire al meglio?
Di quale guarigione ringrazio oggi il Signore?
Quale malattia gli affido?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Gennaio
2021
Non c’è resistenza
commento di Mc 1,29-39, a cura di Domenico Pugliese