Ph. Martina Pampagnin -
Notte fonda, notte oscura
ci fascia – nera sindone –,
se tu non accendi il tuo lume,
Signore.
David Maria Turoldo, Et nos in lumine tuo…
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2,22-35)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Mi lascio ispirare
Ho visto, Signore, la salvezza preparata per me dal tuo amore.
Compiuti i passi della consapevolezza, proprio nel mio limite ho scorto la tua mano: in ogni difficoltà ero con te; in ogni difficoltà sei con me. E lasci che io vada in pace col compito unico di raccontare il tuo amore, di testimoniare in che modo il tuo amore mi ha trasformata, restituendomi a me stessa e riportando alla luce la mia bellezza originaria, opera delle tue mani.
Allora lo racconto ancora, Signore: hai preparato per me una strada illuminata dal tuo amore, che accompagna e sostiene ogni mio passo e che mai lascia cadere nel vuoto un mio desiderio. Rivelati, Signore, e ogni mia sete di pienezza sarà soddisfatta; non nascondermi il tuo volto, Signore, mantieni la promessa: non vedrò la morte senza averti visto.
E ogni giorno in realtà mantieni la tua promessa: sei con me. Nessun giorno è vuoto della tua presenza, nessun cuore manca del tuo amore, perché sei tu a riversarlo ed è proprio l’amore che ci doniamo l’un l’altro che testimonia la tua potenza.
Ora puoi lasciare, Signore, che la tua serva riposi nel tuo amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della tua vita trovi riposo?
Che strada scorgi, in queste giornate?
In cosa il Signore ti dimostra la tua fedeltà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Dicembre
2020
Bellezza originaria
commento di Lc 2,22-35, a cura di Verena M.