Photo by Jackson David on Unsplash -
Brillare, comunicarsi, sparire e manifestarsi: questa è l’essenza della luce.
Adrienne von Speyr
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Mi lascio ispirare
Il contesto del Vangelo di Natale è così vicino al nostro! Per una serie di leggi e situazioni totalmente imponderabili Maria e Giuseppe sono costretti a essere dove non vorrebbero. Un lungo e faticoso cammino per una donna incinta, le apprensioni di un marito alla prima esperienza di paternità, e che paternità… Ma nonostante tutto questo, anzi, proprio grazie a questi vincoli esterni, il disegno sapiente di Dio si compie alla perfezione. Il Messia nasce nella città di Davide come tutte le profezie avevano annunciato! Questo, se sarai sensibile alla Parola, si compirà inesorabilmente anche per te in questo Natale “blindato”.
Mistero che desidera svelarsi nell’intimità delle mura di casa, perché l’amore vero non tollera occhi indiscreti. Oggi si realizza per te il dono di una vita che ti chiede di entrare a far parte della luce di Dio. Luce che si cristallizza nella richiesta sublime di arrenderti, di deporre armi e paure, per distenderti accanto a Lui nella mangiatoia!
Occhi grandi che dal basso vedono lo stupore di Maria e Giuseppe, gli sguardi placidi del bue e dell’asino (la tua animalità…) ammansiti dalla tua consegna, la gioia dei pastori (uomini addolciti e inselvatichiti dal gregge e dalla vita che conducono). In questo Natale che vorrebbero mettere sotto chiave, lasciati stupire dalla vitalità di un Signore che prende carne per te. Perché, se lo desideri davvero, Lui prenderà anche la tua carne per farla splendere di luce nuova.
Entra nella gioia, lasciati introdurre nella dolce povertà di chi non s’impossessa della sua luminosità, ma, nell’offrirla agli altri, sperimenta la vitalità di un Regno di figliolanza e fraternità che cresce senza restrizioni possibili!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Con quale spirito sto vivendo questo Natale spazialmente limitato? Chiedi il Suo Spirito!
Cosa vorrei veder ammansito in me?
A chi oggi mi piacerebbe, in modo speciale, donare la “mia” luce?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Dicembre
2020
Splendere di luce nuova
commento di Lc 2,1-14, a cura di Narciso Sunda SJ