Ph. Andrea Cioni -
Nessuno avrebbe mai pensato che alla fine sarebbe dipeso tutto da una ragazzina.
Hitman: Agent 47
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Mi lascio ispirare
Cos’è più fragile di un fidanzamento? Cosa più inconsistente di un sogno? E poi “le donne”: mobili – dicono – qual piuma al vento, dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate… Meglio lasciar stare!
Davvero siamo al cospetto di un Signore coraggioso. Il mistero di un Dio che sceglie di dirci il suo amore passando attraverso situazioni apparentemente tra le più fragili, le più deboli. L’onnipotente sceglie di passare attraverso la porta stretta della nostra libertà. Sembra che il Signore ami stupirci, dall’inizio alla fine. Perchè l’amore è così, sempre un po’ folle, sorprendente, radicalmente libero.
Giuseppe si lascia spiazzare dal sogno di Dio. Quello che sta crescendo nell’intimità è il dono più prezioso: il bambino che ci salverà. La salvezza di tutto passerà dal figlio di Maria. Giuseppe è invitato a non temere. È chiamato a contribuire con la sua cura concreta e con il suo sì paterno: sarà lui a chiamare “Gesù” (che significa “Dio salva!”) il bambino che viene.
Sono chiamato anch’io ad accogliere la vita lì dove sta già crescendo. Proprio lì dove ho paura. Paura a fare, paura a dire, paura a lasciarmi spiazzare. Se l’onnipotente nell’amore è con noi, forse possiamo vivere il suo sogno. Accogliere la vita ad occhi aperti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa sta crescendo nella mia intimità? In che modo permetterò che il sogno di Dio visiti la mia fragilità?
Di chi, di cosa mi sto prendendo cura? Che cosa sento impossibile?
Quali sono i "sì" che da solo faccio fatica a dire? Che angeli/compagni mi possono aiutare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Dicembre
2020
Ad occhi aperti
commento di Mt 1,18-24, a cura di Matteo Suffritti SJ