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Non si può vedere che dove non c’è più alcuna tenebra di potere. Il potere, cieco, oscura la gloria.
Christian Bobin
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Mi lascio ispirare
Dio a volte irrompe nella nostra vita senza chiedere il permesso. Se pensiamo al tempio non come all’edificio ma come al nostro cuore, possiamo immaginare Gesù come colui che ci sussurra parole di vita. Sulla porta però troviamo anche delle resistenze, questi sacerdoti, questi anziani, sono tutti i nostri dubbi, tutte quelle chiusure, quelle vecchie convinzioni e abitudini che ci impediscono di cambiare, di diventare uomini e donne nuovi.
Tentano di metterlo a tacere: «Chi ti ha dato il permesso di stare qui e dire a tutti che sono Figli amati?». Perché il battesimo è proprio questo, il cielo che si apre per dirci che siamo figli amati nel Figlio. Non è un caso che Gesù risponda con una domanda, pensando a Giovanni Battista. Giovanni battezzava con l’acqua per la conversione, e Gesù prosegue nel tempio quest’opera di conversione nello Spirito. Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani in realtà fingono di essere interessati a conoscere la verità, o una vera risposta, non sono disposti ad accettare le conseguenze di quella risposta di Gesù. Hanno paura di vedere.
La verità sconvolgerebbe tutti i loro equilibri, i loro ruoli, il loro bisogno di controllare tutto! Esercitano ciecamente il potere che gli è stato affidato, come se fossero loro i padroni di tutto, gli unici a poter parlare per conto di Dio. Pensano di agire con astuzia non compromettendosi, negando di conoscere la risposta, ma in realtà perdono tutto, perdono l’occasione di incontrare veramente Dio. Il dialogo si spegne e diventa silenzio, il silenzio di Dio.
Questo silenzio è una provocazione, perché siamo noi quelli chiamati a rispondere. Non può parlare alle nostre vite se non siamo disposti ad ascoltare veramente, se non scegliamo di comprometterci, di esprimerci davvero, di abbandonare le nostre false idee. Questi uomini hanno già deciso tutto a priori, non c’è posto per Dio nelle loro vite e faranno di tutto per farlo fuori, ma noi Signore, ti preghiamo, non chiederci il permesso per fare verità nella nostra vita, smonta le nostre certezze, scombina i nostri piani, vai oltre tutti i nostri umani tentativi di bloccare la tua grazia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo usi la tua autorità, per servire, liberare, o per dominare e controllare?
Chi sta a guardia del tuo tempio?
Come reagisco quando sento che la Parola di Gesù non mi dice nulla?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Dicembre
2020
Non chiedermi il permesso
commento di Mt 21,23-27, a cura di Caterina Bruno