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Fare un nuovo passo, dire una nuova parola, è ciò che la gente teme di più.
Fëdor Dostoevskij
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5,17-26)
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Mi lascio ispirare
Nel mezzo della stanza, al centro del nostro silenzio, avviene un incontro; ci arriviamo soli o ci porta l’amore degli altri, quando siamo paralizzati e incapaci di uscire dalla nostra comfort zone.
Molto spesso ripiegati su noi stessi, rimaniamo nel limbo di ripeterci cosa non va, bloccati dinanzi alla rassegnazione che le cose non possono cambiare che in peggio e che quindi il massimo impegno che possiamo prendere con noi stessi è quello di resistere in una situazione: se non ce la facciamo soli a cambiare prospettiva, possiamo arrenderci pure, ma qualcosa o qualcuno ci porterà anche contro la nostra volontà dinanzi ad un’occasione di salvezza, perché la salvezza a disposizione di tutti.
Get up and walk, “àlzati e cammina”, sono le parole che cerchiamo perché ci scuotano, ma molto più grande è quello che opera il Signore tutti i giorni, silenziosamente, Egli ci perdona e ci invita a perdonarci.
Il perdono è il processo fondamentale dell’evoluzione umana e personale che trova come espressione ultima la resurrezione, lo sblocco alla vita nuova, ma che passa attraverso la fede fondata sull’amore e sulla speranza e si ferma dinanzi a un incontro decisivo con se stessi e con gli altri, fatto di dubbio da una parte e di ascolto profondo dall’altra e che si snoda soltanto sull’autenticità di una gratuità che non trattiene il risultato e non pretende controllo.
Dunque lo sguardo muta e i prodigi di Dio divengono visibili nell’uomo, quindi senza paura, insieme, comunichiamoci e perdoniamoci.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando sono rimasto paralizzato in una situazione di comodo?
Chi mi ha messo di fronte ad una possibilità di cambiamento, anche con il contrasto?
Cosa posso fare di diverso oggi verso me stesso e verso qualcun altro?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Dicembre
2020
Un incontro decisivo
commento di Lc 5,17-26, a cura di Mounira Abdelhamid Serra