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C’è una crepa in ogni cosa
ed è da lì che entra la luce.
Leonard Cohen
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Mi lascio ispirare
A volte accade di camminare nel buio, che è anche la nebbia che ci portiamo nel cuore, il disorientamento o la paura, il senso di inadeguatezza o quello di incapacità. Si è come ciechi. Ma Dio, che è “lampada ai nostri passi” ed è “il pastore che ci guida per valli oscure”, è con noi.
Ciò che avviene in questa pagina è il frutto di un cammino e di un dialogo. È un episodio che freme di energia e di slancio, che descrive continui spostamenti. In due versetti ci sono 4 verbi di moto (allontanarsi, seguire, entrare, avvicinarsi), che scandiscono un percorso e le sue tappe. I ciechi camminano con e dietro al Signore.
E lungo questo itinerario si instaura un dialogo fitto, composto di slanci e domande, reciproche, rispettose, piene di fiducia. Parlare con il Signore è il dono che contiene la Grazia di vedere a noi stessi e al mondo con i suoi occhi e la sua sensibilità.
La guarigione della vista è il segno del Regno che viene, nel quale gli zoppi cammineranno, i sordi udranno, i ciechi vedranno e ogni lacrima sarà asciugata. Il racconto che abbiamo tra le mani non è tanto il miracolo della guarigione degli occhi, quanto più profondamente l’annuncio del tempo nuovo che si sta realizzando, che sta facendo il suo ingresso nel mondo e nella storia.
Grazie al Regno che viene, la speranza torna ad abitare i nostri cuori, la nebbia si dirada, perché nello spazio di Dio non contano le nostre capacità, piccole, grandi o eccezionali, ma la Sua presenza che opera ed agisce, solo che si entri in dialogo con Lui.
Nella nebbia di questi giorni appesantiti dalla paura della malattia e dall’angoscia del lockdown e della distanza che si frappone fra noi e le persone che ci sono care, quanto è importante parlare con il Signore di quel che portiamo nel cuore!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Se potessi usare una immagine per descrivere il percorso che stai facendo con Gesù in questo periodo dell’anno e della tua vita, segnata dalla realtà del Covid, quale sarebbe?
Se potessi chiedere a Gesù di vedere in modo nuovo e rinnovato alla tua vita, quale ambito esistenziale o relazionale chiederesti di mettere a fuoco per primo?
Il Regno che viene è la persona di Gesù che “è lampada ai nostri passi”: dove gli chiederesti di accompagnarti in questo periodo della tua vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Dicembre
2020
La Grazia di vedere noi stessi
commento di Mt 9,27-31, a cura di Diego Mattei SJ