La grande onda di Kanagawa, Hokusai (1830-1831) -
Ci vuole coraggio per farsi carico del caos, e avere fede che diventi imprevedibile bellezza.
Alessandro D’Avenia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Mi lascio ispirare
Le parole di oggi non è piacevole, non assomiglia alla buona notizia che vorremmo ascoltare per alzarci dal letto la mattina. Gli ebrei del primo secolo credevano parlasse proprio di loro, che avevano sotto gli occhi la distruzione del tempio e di Gerusalemme. Forse anche noi, nel mezzo di una pandemia, ci sentiamo dentro questo scenario. E ci chiediamo se non sia il segno che sta per arrivare davvero la fine dei tempi, il ritorno di Gesù.
Eppure la Buona Notizia è che Gesù c’è già! C’era per gli ebrei dell’epoca, e c’è per noi oggi, tutti i giorni. E discende tra noi come Figlio dell’uomo, cioè umanizzando, sciogliendo i pezzi di cuore più duri e vivendo con compassione nel mezzo del nostro mondo caotico.
Ogni epoca storica ha le sue angosce, ogni nostra storia personale. Ma Gesù ci invita a non aver paura dei flutti e dei fragori, perché rimanere su una riva riparata è solo un’illusione di vita felice. Invece affrontando il mare, che è pericoloso e rischia di toglierci la vita, forse avremo occasione di amare di più.
Come ribadisce Ignazio, non è la guerra o la pace, non la carestia o la prosperità che dobbiamo cercare e chiedere al Padre, ma ciò che ci conduce al fine per cui siamo creati: amare ed essere amati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In cosa riesco a vedere in questi giorni il Figlio dell’Uomo scendere tra noi?
Cosa mi trovo a chiedere più spesso al Padre? Qualcosa nel mio o nel Suo interesse?
Quale Buona Notizia scelgo di portare oggi a chi incontrerò?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Novembre
2020
Una Buona Notizia
commento di Lc 21,20-28, a cura di Pietre Vive (Roma)