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Abbiamo il potere di essere in Paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve.
Madre Teresa di Calcutta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Mi lascio ispirare
Stiamo vivendo un tempo estenuante, faticoso, ci sembra di non poter andare avanti con la nostra vita, di dover solo attendere…
Nell’attesa, tante speranze, desideri, ma anche tante paure, smarrimenti. Abbiamo la percezione di un tempo perso, che nessuno ci restituirà, perdiamo incontri, possibilità, vita…
A volte ci sentiamo come davanti a un vicolo cieco, paralizzati: sembra quasi che non ci siano possibilità, che la mia vita stessa rischi di diventare un vicolo cieco: “dopo di me, niente”.
Rischio così di rinchiudermi in me stesso, l’altro diventa un nemico, e tutto mi e è giustificato.
Ebbene, proprio qui e ora mi viene in aiuto questo Vangelo: rimane il fatto che ciò che conta è amare.
Nessuno mi giudica per ciò che non ho fatto.
Alla luce dell’amore (con gli occhi di Cristo) mi guardo e mi guarderò e mi potrò dire che tutto ciò che ho vissuto e vivo nell’amore, rimane.
Solo l’amore rimane, perché solo l’amore dà vita: vitalità, fiducia, speranza, pazienza.
E allora di nuovo posso ritrovare quella forza per dare spazio a ciò che sono nel profondo: fatto per essere amato e amare, anche oggi.
Questo tempo, come ogni tempo è l’occasione per dare corpo, pienezza alla mia esistenza.
Nella logica dell’amore posso riconoscere in maniera attenta e creativa come stare vicino a chi è in difficoltà in questo periodo: il tempo che vivo allora non sarà più tempo vuoto e sospeso, un tempo pieno, non un vicolo cieco, ma una strada aperta per gli altri e dunque per me.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le maggiori fatiche che stai vivendo in questo tempo?
Quali sono i piccoli segni di speranza che intravedi in questi giorni?
In che modo puoi voler bene oggi, dovendo mantenere distanze e accortezze?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Novembre
2020
Anche oggi non sei un vicolo cieco
commento di Mt 25,31-46, a cura di Loris Piorar SJ