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Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.
Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 17,26-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Mi lascio ispirare
Le domande sulla morte, su quello che ci sarà dopo la vita creano spesso in noi un senso di debolezza e precarietà. Oggi il linguaggio di Gesù, del resto, può incutere timore e non sembra aiutarci – eppure ci rende anche consapevoli che la scelta per il Regno non è qualcosa di indifferente, di innocuo.
Gesù ribadisce che la fine arriva all’improvviso, sarà una sorpresa per ognuno. Una sorpresa che si abbatte contro le nostre idee sulla vita e sulla nostra quotidianità. Siamo spesso preoccupati a organizzare le nostre giornate e i nostri impegni “passo dopo passo”… Oggi Gesù ci ricorda di pensare anche all’ultimo passo.
Oggi potrebbe essere interessante quindi fermarci e pensare al giorno nel quale il Signore verrà per me, riflettendo sull’attesa di questo appuntamento definitivo con Dio. Capita spesso che il nostro sguardo sia concentrato soltanto sul presente e ci faccia perdere il senso dell’attesa, che è allo stesso tempo bello e necessario e ci aiuta anche a superare le contraddizioni del momento.
Proprio grazie a questo dono, la paziente capacità dell’attesa, anche nelle azioni quotidiane possiamo trovare quel “di più” di spesso non riusciamo a vedere. Quel di più che è dono, amore, presenza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi fa sentire, oggi, particolarmente debole e precario?
Cosa mi fa rischiare di perdere di vista l’orizzonte della mia vita?
In che condizioni è la mia relazione con Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Novembre
2020
Dono, amore, presenza
commento di Lc 17,26-37, a cura di Domenico Pugliese