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Ci rinchiudiamo, solitari, con la nostra moneta di cenere che non procura nulla di ciò che vale la pena d’essere vissuto. Se cerco tra i miei ricordi quelli che mi hanno lasciato un sapore durevole, se faccio il bilancio delle ore che contarono ritrovo infallibilmente ciò che nessuna ricchezza sarebbe valsa a procurarmi.
Antoine de Saint-Exupéry, Terra degli uomini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mi lascio ispirare
La frusta di cordicelle è un dettaglio decisamente significativo: Gesù, dopo aver visto la scena pietosa ed essersi indignato, non ha agito d’istinto; si è seduto da qualche parte a intrecciare una frusta. Ha fatto passare a denti stretti almeno qualche minuto di silenzio, e solo dopo, pienamente cosciente e padrone di sé, è andato a mandare tutto all’aria.
E non c’è niente di più importante per il Signore di cosa entra e prende spazio dentro il Tempio, ossia il luogo dell’incontro con Dio. Tante, troppe volte anche il nostro luogo d’incontro con Dio, il nostro cuore, è pieno di confusione, commerci e distrazioni. Come le chincaglierie luccicanti di quei banconi, quante volte tante piccole soddisfazioni egoistiche si prendono tutta la nostra attenzione?
Come nei tavoli di quei cambiamonete, quante volte ci troviamo a soppesare senza misericordia ogni cosa che ci fanno, o a misurare senza carità ogni favore che ci chiedono, aspettandoci sempre qualcosa in cambio? Come da quei venditori di colombe e buoi per il sacrificio, quante volte pensiamo che l’unico modo di essere amati da Dio sia sforzarci di adempiere a determinate prestazioni?
E come ognuno di quei mercanti gridava nel cortile nel tempio, quante volte tutte queste meccaniche di morte alzano il loro vociare dentro di noi, fino a rendere impossibile concentrarci su ciò che è realmente importante? Il Signore è venuto a liberarci da tutto questo, perché ci vuole felici. Forse a volte capiterà di aver rovesciati i banchi dei nostri piani e sconvolti i nostri calcoli egoisti; più spesso, la via per renderci più figli e fratelli passa per un’educazione lenta e silenziosa…
Guardando a lui nella preghiera, scopriamo i segni del suo operare nella nostra vita e ci ricordiamo della nostra identità più profonda. Così, naturalmente il tempio del nostro cuore si ripulisce del superfluo e delle voci più prepotenti, e diventiamo veramente liberi di acconsentire o di dissentire con ciò che proviamo, scegliendo di agire solo secondo ciò che ci fa bene e ci conduce al nostro fine.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo mi trovo a vivere da commerciante e cambiamonete con Dio e con gli altri?
Quali sono gli impulsi che mi accecano e mi impediscono di agire liberamente?
Come o attraverso chi il Signore è venuto, per iniziare a liberarmi da queste logiche e da queste schiavitù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Novembre
2020
Fare spazio
commento di Gv 2,13-22, a cura di Comunità Centro Poggeschi