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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
EUGENIO MONTALE, Satura 1962-70
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Mi lascio ispirare
Se confrontiamo il nostro sguardo con quello di Gesù ci rendiamo conto di come siamo lontani dalla sua prospettiva. Tutto per lui è un dono del Padre, un dono da conservare, da rinnovare, da rendere di nuovo vivo.
Ma con una limitata visione del futuro, l’uomo dentro Gesù si rende conto che la sua volontà non basta a maneggiare un dono così prezioso come la nostra salvezza. E allora lui, che è Dio, non fa la sua volontà ma quella del padre, modella i suoi desideri fidandosi della visione più ampia di colui a cui deve tutto. In questo modo, dà anche a noi il metodo per poter guardare al mondo come fa lui.
Sarà lui il nostro intermediario, sarà sul suo corpo che i nostri occhi si potranno posare per cercare di assimilare la sua visione e cominciare davvero a guardare ogni relazione, ogni persona, ogni attimo come un dono, affidatoci per poter compiere una missione importante: rinnovare il modo di stare al mondo, rendendoci non ostacolo, ma veicolo della volontà del Signore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione ho riconosciuto che una persona o una relazione era un dono mandato da Dio?
Cosa faccio fatica a considerare un dono?
A quale volontà di Dio sto facendo resistenza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Novembre
2020
Non ostacolo ma veicolo
commento di Gv 6,37-40, a cura di Gloria Ruvolo