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Ti ricevo
come il solco il seme.
Pablo Neruda
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Mi lascio ispirare
Oggi ci vengono presentate due parabole in cui qualcosa di piccolo si rivela più importante di quello che sembra.
Se ci fermiamo in particolare sulla prima immagine, vediamo come il seme di senape diventi un albero. Il fatto affascinante non è che qualcosa di piccolo diventi grande, ma il fatto che il seme diventi qualcosa di completamente diverso. Pensiamoci bene: se non sapessimo che dal seme nasce una pianta riusciremmo a pensarli connessi? Sono troppo diversi! Eppure nel seme c’è già la pianta presente in qualche modo.
Ognuno di noi è un seme, perché in ognuno di noi ci sono mille potenzialità: magari in questo momento mi sono sconosciute, magari le conosco e non le metto in gioco, ma la mia interiorità è un universo da conoscere e a cui dare spazio. Crescere perciò non è semplicemente un aumentare ma è l’essere trasformato così che io diventi quello che il Signore vuole: pienamente me stesso.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale piccola cosa si è rivelata, nella mia vita, un grande dono?
In cosa mi sono visto fiorire, da piccolo seme a grande albero?
Quale potenzialità affido oggi al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Ottobre
2020
Dal piccolo
commento di Lc 13,18-21, a cura di Leonardo Vezzani SJ