Ph. Mirror piece, Art & Language, 1965 (on Wikimedia) -
Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell’albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.
Eugenio Montale, Ex voto
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Mi lascio ispirare
Non riesco a credere al potere di queste mie mani: legano e slegano sulla tua parola, Signore, e ciò che tu desideri legare legano, ciò che tu vuoi slegare slegano. Guardo le mie mani e le riscopro tue. Tua la volontà dietro i miei passi, tuo il desiderio cui tendo, tua la promessa cui credo.
Non la mia forza, non il mio potere, non la mia capacità. Non la dottrina né la sapienza per cui lavoro tanto alacremente. Nulla di tutto ciò mi fa grande ai tuoi occhi, Signore. Nulla mi fa grande, se non il tuo stesso sguardo – sotto i tuoi occhi cresco, i miei piedi compiono passi, le mie mani si muovono: cammino su serpi e rovi, sposto montagne. Sono grande quando, piccola, mi lascio guardare.
Non perché sia brava: sono capace soltanto nella misura in cui mi faccio accogliente e la mia capacità diventa non un’abilità da esibire ma la disponibilità a farmi vuoto, ad accogliere. Quella sì, allora, è capacità: lasciarsi riempire, fino all’orlo.
Il tuo sguardo, allora, mi rivela insieme la mia e la tua identità: attraverso i tuoi occhi posso guardarmi e mi vedo, finalmente, fatta a tua immagine. Ecco allora che ti scopro proprio quando mi scopro e, offrendomi al tuo sguardo, trovo il creatore nella creatura.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho sentito di essere strumento nelle mani del Signore?
Cosa mi impedisce di sentirmi creatura amata, fatta a sua immagine?
Di cosa mi svuoto, oggi, per lasciar posto all’amore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Ottobre
2020
Ti scopro quando mi scopro
commento di Lc 10,17-24, a cura di Verena M.