ph. Matteo Suffritti SJ -
Non è Francesca!
Se c’era un uomo, poi, no, non può essere lei!
Francesca non ha mai chiesto di più.
Giulio Rapetti Mogol, Lucio Battisti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 8,1-3)
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Mi lascio ispirare
Ci sono delle donne con lui. Anche se i rabbì di solito si tengono alla larga dalle donne e dai problemi, Gesù non ha paura a camminare con loro, pubblicamente, senza nascondersi. Certe convenzioni e certe convenienze non occupano il suo cuore. Gesù non ha paura che si sappiano i nomi delle donne che accompagnano la sua missione. I discepoli ne ricordano almeno tre, poi ce ne sono tante altre. Anche questa è buona notizia da annunciare per città e villaggi. Una buona notizia incarnata profondamente nella vita del Signore, dall’inizio alla fine.
Maria chiamata Maddalena è la prima in questo elenco di discepole. Una figura che ci arriva solo abbozzata. Non si sa chi ha iniziato a chiamarla così e perché. Non si sa bene quando e come “sette demoni sono entrati e usciti” dalla sua vita, ma il sospetto è che c’entri Gesù. L’intimità con il Signore che chiama ciascuno per nome, in un modo unico e nuovo. Un’intimità che guarisce profondamente, che fa entrare in una storia diversa e inattesa, nell’ottavo giorno, quello che trasforma dall’interno la creazione, quel tempo d’amore che è più forte di ogni morte.
Giovanna è la moglie di un personaggio pubblico, un amministratore dei beni del re Erode. Si può essere mogli e farsi compagne di Gesù. Si può cercare qualcosa di più della sicurezza sociale ed economica. Si può provare a intrecciare la nostra vita affettiva, le opzioni politiche, i titoli del nostro CV, con questo Gesù che sta annunciando oggi la buona notizia del sogno del Padre. Il suo passare mette in movimento le nostre certezze e i nostri beni. Possiamo discernere come meglio amare e servire, in tutto, non solo in teoria ma concretamente. Come avviene per Susanna e tante altre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le storie che ho paura di incontrare? Ci sono dei nomi che non voglio vengano associati al mio? Cosa ha da dirmi Gesù su questo?
Ho già fatto esperienza che l’intimità con Gesù ha il potere di trasformare la vita?
In che modo posso meglio amare e servire con quello che ho e che sono, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Settembre
2020
L’intimità che chiama per nome
commento di Lc 8,1-3, a cura di Matteo Suffritti SJ