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Il perdono è “memoria selettiva” – una decisione consapevole di concentrarsi sull’amore e lasciare andare il resto.
Marianne Williamson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 18,21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Mi lascio ispirare
Poiché essere stati amati è l’unica vera scuola d’amore, nulla meglio dell’esempio sa dire al mio cuore come allargarsi. Faccio memoria del tuo perdono, dell’assoluzione che ogni giorno mi fa viva e nuova in te. Col perdono al centro del cuore, mi riscopro capace di perdonare.
Forse non so come regolarmi, io; la tua legge è perfetta, piena legge d’amore. Ma è legge grande, mentre il mio cuore è piccolo. Invoco allora la tua sapienza: insegnami come comportarmi coi fratelli che mi poni accanto, come amarli in te e per te.
Fatti a tua immagine, in te troviamo l’immagine perfetta dell’amore e ci amiamo gli uni gli altri portandoci quello stesso amore che tu ci offri. Allora, Signore, la tua misericordia ci allarghi il cuore e faccia spazio a settanta volte sette atti d’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione mi sono sentito perdonato?
Cosa mi impedisce di perdonare?
Quale relazione affido al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Settembre
2020
Piena legge d’amore
commento di Mt 18,21-35, a cura di Verena M.