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Cambia lo superficial,
cambia también lo profundo,
cambia el modo de pensar,
cambia todo en este mundo.
Mercedes Sosa, Todo cambia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5,33-39)
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Mi lascio ispirare
Nel suo romanzo “I portatori d’acqua”, l’autore afgano Atiq Rahimi fa porre a uno dei suoi personaggi questa domanda: «Sta a lei scegliere, ripetere le stesse parole, gli stessi gesti, le stesse sensazioni con persone diverse oppure cambiare parole, gesti, sensazioni con la stessa persona. Immagino che preferisca la prima situazione, no?»
L’immagine con cui Gesù risponde alla domanda dei discepoli di Giovanni il Battista pone la questione del cambiamento e della novità. Come intendiamo il cambiamento? Come immaginiamo la novità nella nostra vita?
A più di uno di noi sarà capitato di pensare che in fondo il cambiamento sia questione di un attimo, il risultato di una formula magica finalmente scoperta. Questa prospettiva ci affascina, perché cambia tutto per non cambiare nulla.
Spesso, infatti, vogliamo cambiare ciò che ci circonda, molto più che cambiare noi stessi. E lo stesso Gesù ci mette sull’avviso, quando ammonisce che il gusto del vecchio ha un fascino potente su di noi: «Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole”».
Molto più profondo e sottile è invece il cambiamento che il Signore propone e presenta, quello del nostro cuore, dove tutto ha origine, parole gesti e affetti. In quel silenzioso luogo della nostra più vera identità si muove, con tempi lenti e gentili la Grazia del Signore, che porterà i suoi frutti, solo che le si dia il tempo di agire. E allora non conterà ciò che sta intorno a noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa ti piacerebbe cambiare nella tua vita?
Che cosa saresti disposto a mettere in gioco per il cambiamento che desideri?
Che gusto avrebbe la tua vita con il cambiamento attuato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Settembre
2020
Una formula magica
commento di Lc 5,33-39, a cura di Diego Mattei SJ