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L’attesa come segreto, così che nessuno al mondo ne sa qualcosa, tranne colui che è atteso e colui che attende – un sentimento che per intensità è superiore a qualunque altro.
Elias Canetti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 24, 42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Mi lascio ispirare
Parlare di attesa vuol dire sempre parlare anche di speranza. Sono capace di vivere bene il momento presente, anche se problematico, perché so che arriverà quel qualcosa che rovescerà la situazione.
In questo senso bisogna capire bene il servo, e per farlo ci aiuta pensare a quello che succede a noi quando qualcuno che aspettiamo sta ritardando di un bel po’. Nel riconoscere che questa persona è in ritardo, piano piano dentro di noi si insinua sempre di più il dubbio che non venga proprio, e iniziamo a intristirci.
Questa tristezza è lo spazio di azione del nemico che ci fa a quel punto sentir a quasi giudicati dal fatto di non valere il tempo dell’altro. A quel momento i nostri pensieri e le nostre azioni saranno il frutto di ciò che il mio amico mi fa sentire e credere.
Al servo succede la stessa cosa: egli quindi non è cattivo e di conseguenza fa cose cattive, ma, dal momento che perde la speranza che il signore torni, ascolta la voce del nemico e dà spazio alla parte peggiore di lui. Chiediamo al Signore di saper riconoscere le tattiche del nemico e di sapere sempre mantenere viva la speranza.
Sperare quindi non riguarda il futuro, ma definisce la persona che sono oggi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In cosa stai perdendo la speranza?
Quale attesa ti ha insegnato il valore del desiderio?
In quale luogo della tua vita senti che la voce del nemico ha spazio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Agosto
2020
Attesa come speranza, speranza come attesa
commento di Mt 24, 42-51, a cura di Leonardo Vezzani SJ