Ella e John -
Ella: Sono curiosa di sapere com’è lassù, dopo la morte […] Tu come te lo immagini John, come pensi che sia tu?
John (Alza musica, le prende la mano e inizia a cantare): Tenevo la mano di Bobby nella mia, libertà è solo un altro modo per dire “non ho più niente da perdere”, e sentirsi bene era facile, Signore, quando lui cantava il blues…
Ella e John – Paolo Virzì
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 14,22-33)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Mi lascio ispirare
Il vento sferzante ti toglie il tempo di pensare, tutti gli sforzi sono diretti a cercare di tenere la barca dritta nel mezzo della mareggiata, l’altra riva invece che avvicinarsi sembra allontanarsi, non capisci più bene neanche dove sei e tutto sembra inutile; il carico, la barca di una vita, gli amici: tutte le certezze sembrano perdute, e non sappiamo neanche se sopravvivremo… e come se non bastasse, spunta un fantasma!
Uno spettro nero come la notte, che levita tranquillo sopra l’uragano assistendo spietato alla distruzione di tutto ciò che è vita: è così che spesso può sembrare Dio, una figura potente ma indifferente, che svetta cupo sui disastri senza alzare un dito.
Questo modo di fare di Dio e è scandaloso, e lo sentiamo ancora più duramente quando vediamo accadere tutto questo nelle vite di chi ci sta vicino. Perché tutto questo dolore, questo terrore paralizzante? Perché Signore, invece di fare il fantasma non ti avvicinavi subito a salvare l’equipaggio, a placare la tempesta?
Ci vuole umiltà ad ammetterlo, ma è semplicissimo: non lo sappiamo, non possiamo capirlo. La buona notizia di oggi, per noi, è la storia di Pietro che ancora una volta sente una presenza e ancora una volta lascia tutto: smette di lottare con le sartie per cercare di tener dritta la vela, smette di guidare i compagni nel caos per salvare la barca di famiglia, molla le corde e il parapetto… gli è sembrato di riconoscere una voce: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Capisce che se davvero quella è la voce di Gesù, se lui è lì, allora sono salvi, tempesta o no, barca o no. La voce che sento è davvero il Signore che mi sta vicino? Davanti all’enormità di questa domanda la tenuta delle vele e della chiglia diventa secondaria; per andare a toccare Gesù, sentirlo davvero presente in tutta quella disperazione, sarebbe pronto a rischiare qualsiasi cosa.
Noi spesso ci avviciniamo al rapporto con Dio solo dopo “aver sistemato tutto”, quando abbiamo tempo e quando ci sentiamo a posto con la coscienza, ma l’esperienza di Pietro è chiara: buttati in quel mare con tutti i tuoi dubbi, paure ed infedeltà, poi sarà lui a prenderti la mano.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando nella mia storia quel che mi sembrava un “fantasma” si è rivelato essere Cristo?
In quale tempesta attorno a me non riesco a riconoscere nessuna storia di salvezza possibile?
Quali paure o attaccamenti mi impediscono di cogliere l’essenziale?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Agosto
2020
Buttati!
commento di Mt 14,22-33, a cura di Comunità Centro Poggeschi