René Magritte, Les barricades mystérieuses -
Chi è amato non conosce morte,
perché l’amore è immortalità,
o meglio, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte,
perché l’amore fa rinascere la vita
nella divinità.
Emily Dickinson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,1-2.11-18)
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro»». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Mi lascio ispirare
Maria Maddalena si alza, al buio, per andare a cercare l’amato del suo cuore: lo cerca e non lo trova, torna indietro, chiama Pietro e Giovanni, ma alla fine si ritrova da sola davanti a un sepolcro vuoto. Un vuoto che crea dolore, un vuoto che non offre risposte, ma che apre ad altre domande, come i due angeli che le chiedono perché piange.
Eppure, è proprio da questa condizione di assenza che passa la Resurrezione: è nell’assenza che Maria fa luce su ciò che è davvero importante per lei, è nell’assenza che nasce il desiderio dell’incontro.
Un incontro che arriva, come sempre, come non ce lo aspettiamo; persi nella ricerca della vita come ce la siamo immaginata, spesso anche in mezzo a cose che vita non hanno, non ci accorgiamo che è lei che ci viene a trovare. Gesù appare, vivo, e Maria, che si aspettava di trovare un morto, lo scambia per il custode del giardino.
Un giardino in cui Dio colma il vuoto con la sua presenza, come in quello della Creazione, ma questa volta solo per un’istante: l’amore non può essere trattenuto. Quella che pensavamo essere la fine della ricerca, diventa allora solo il punto di partenza: ci viene chiesto di fare ancora un passo in più, e di tornare per la nostra strada verso quei fratelli e quelle sorelle con cui, giorno dopo giorno, condividere il cammino.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Davanti quale sepolcro vuoto senti l’assenza del Signore?
Dove stai cercando vita a tutti i costi, e non ti lasci trovare?
Verso chi senti di dover ripartire?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Luglio
2020
Più forte della morte
commento di Gv 20,1-2.11-18, a cura di Rete Loyola (Bologna)