Ph. Matteo Suffritti SJ -
Calùmi, solo solo, pensava che il bene e il male sono cuciti a filo doppio e che niente è tanto difficile come fare il bene senza ferire chi lo riceve, o gli altri, e alla fin fine se stessi.
Giuseppe Antonio Borgese
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,14-21)
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Mi lascio ispirare
Riunirsi per festeggiare, unire le forze per una causa comune, convergere con altri, anche sconosciuti, verso un luogo dove speriamo di incontrare una parola sensata, o una mano che possa aiutarci, guarirci. Gli umani non son creati per la solitudine. L’onestà drammatica del Vangelo: ci si può incontrare anche per fare il male, per confrontarsi e scegliere insieme dettagli e strategie dell’ingiustizia. Scendere dal letto e uscire di casa per celebrare la vita con altri o per bestemmiarla meglio.
La beffa della storia: i presunti esperti della legge di Dio si ritrovano per discernere come meglio violare lo spirito e la lettera del comandamento della vita («non uccidere!»), mentre molte vite incrinate e anonime, segnate forse dal sospetto («chi ha peccato, lui o i suoi genitori?»), si ritrovano inconsapevolmente dal lato dello Spirito di Dio.
Gesù si esercita nell’arte di vivere secondo il sogno di Dio: lontano dal consiglio degli empi, lontano fisicamente dalle loro piazze ma soprattutto da ciò che agita i loro cuori; raggiungibile e vicino per tutti quelli che sono animati dal fuoco santo della speranza, per sostenere con amore la loro fiammella, oggi e fino alla fine.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi incontrerò oggi? Per quale motivo? Per celebrare, sostenere, curare la vita o per bestemmiarla?
Qual è l’ultima volta che mi sono ritrovato in un consiglio degli empi? Con che inganno il divisore mi ha confuso?
Contemplo l’amore con cui il Dio della vita custodisce anche il mio cammino. Quali sono le mie malattie, gli amici, le situazioni, le nazioni che oggi voglio portare nelle mani di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Luglio
2020
Sostenere la speranza
commento di Mt 12,14-21, a cura di Matteo Suffritti SJ