Ph. Martina Pampagnin -
La morte è soltanto un’altra via. Dovremo prenderla tutti. La grande cortina di pioggia di questo mondo si apre, e tutto si trasforma in vetro argentato.
Gandalf, dal film “Il Signore degli anelli: il ritorno del re” di Peter Jackson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Immaginiamo per un istante di essere inviati in missione da Gesù in persona: meraviglioso! Potergli rendere testimonianza, poter annunciarlo al mondo, poter parlare della nostra relazione con Lui, di ciò che dice e ciò che fa è semplicemente bellissimo.
Gesù però ancora una volta spiazza i nostri piani e precisa che annunciarlo vuol dire imitarlo negli atteggiamenti interiori più profondi. Vuol dire essere mite come un agnello di fronte all’aggressività dei lupi, vuol dire non conquistare il mondo con lo stile dei potenti, ma con la forza dell’amore e della mitezza: cose ben più difficili se dipendessero solo da noi. Ci invita ad avere una visione ampia della realtà, per muoverci con intelligenza e realismo (l’astuzia non deve essere simile a chi vuole ingannare il prossimo o circuirlo) e ci invita a essere semplici, di cuore integro, capace di affidarsi, non calcolatore, cosa che può nascere solo dal rimanere costantemente alla sua presenza, al suo sguardo, il solo che ci colloca al giusto posto.
Questo tipo di testimonianza che ci viene chiesta è difficile perché è propria di persone libere, che non cercano interessi e che quindi non possono scendere a patto con la malizia del mondo. Così, si è facilmente accusati perché giusti, traditi da amici e, peggio ancora, perseguitati da familiari. Ma Gesù esorta: non temete e non preoccupatevi di difendervi come lo fa il mondo, siate saggi, testimoniate con perseveranza (senza cedere al fanatismo del martirio) e promette: non siete soli! Lo Spirito vi suggerirà ogni cosa e la vostra vita sarà salvata, sperimenterà la venuta del Figlio dell’uomo non in termini cronologici, ma esistenziali, tanto da desiderare di continuare ad annunciarlo ovunque.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come immagini e vivi la testimonianza che ti chiede il Signore?
Di fronte ad accuse ingiuste, hai mai sperimentato la pace e la fermezza che viene dal saperti retto di fronte al Signore?
Cosa ti spaventa della malizia del mondo e cosa rappresenta per te una difficoltà a rendere testimonianza al Vangelo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Luglio
2020
Un’altra via
commento di Mt 10,16-23, a cura di Lorena Armiento s.a.