Ph. Verena e Martina -
Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
Primo Levi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 10,1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
Mi lascio ispirare
Una lenta, attenta e precisa cura di ogni dettaglio. Un sussurro deciso, nella brezza leggera, che nasconde in sé l’infinito. Tu, Signore, mi insegni il valore della pazienza e lì dove cerco forza, tu mi insegni la mitezza. Questo è il tempo di cercarti, il mio cuore lo sa da tanto, ma le mie braccia stanche continuavano a zappare la terra, le mie gambe indolenzite non hanno mai smesso di correre lungo il fiume.
In fondo la tua parola delicata, il tuo invito per me, è quello di guardarmi anzitutto intorno. Tu sei lì, nascosto dietro l’inferriata, che sussurri il mio nome e io non so da dove partire. Eppure mi hai fatto poco meno degli angeli e mi hai dato potere sugli spiriti impuri. Mi chiami a te e mi restituisci alla terra. Scopro che la missione è fra i miei amici, nella mia famiglia, nei miei studi, nel mio luogo di lavoro.
Mi indichi la via, ma mi accorgo che è dissestata e capisco che, strada facendo, sono io con i miei piedi a doverla costruire, e così con le tue parole guarire. È questo il regno dei cieli? È qui vicino? Qui tra le pecore perdute della mia città?
Padre eternamente buono, Dio della meraviglia, forse il mio vecchio nome non mi serve più, perché me ne hai dato uno nuovo. Così lo accetto, Signore, padre dei poveri, e nel riposo corro senza sosta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito una pecora perduta e in quella occasione in chi ho riconosciuto lo sguardo di Gesù?
Quale nome posso dare alla missione che il Signore mi ha dato?
In quale ambito particolare della mia vita sento la chiamata a portare l’annuncio del Vangelo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Luglio
2020
Hai sussurrato il mio nome
commento di Mt 10,1-7, a cura di Marco Ruggiero