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Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Antonia Pozzi, Confidare
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Mi lascio ispirare
Perché io ti vedo, Signore, credo. Ti vedo in ogni istante della mia vita, fermo a sorvegliare la piccolezza della mia quotidianità, a fare spazio per l’amore. Ti vedo e quindi credo. Perché sono fortunata: tutto nella mia vita parla di te e mi riporta nel cuore il sentimento della tua presenza.
Anche nei momenti in cui mi sembra di esser tagliata fuori dalla pace che tu porti, quando mi sembra di non avere elementi sufficienti per poter dire con assoluta certezza che tu ci sei e sei qui per me, nei giorni in cui il mio cuore è chiuso e stretto e sembra non esserci possibilità di entrare per nessuno, neanche per te, tu invece entri e stai in mezzo, mi ri-cordi l’amore, trovi nel mio cuore spazio per te.
Perfino quando, tornando a casa, mi sembra che tu sia passato proprio mentre non c’ero, proprio allora io prendo la mia rabbia e la mia frustrazione e le pongo nelle tue mani, pregando che possano trasformarsi in boccioli di vita, ancora una volta. Mostrami sì le mani, Signore, ma soltanto perché io possa affidarti tutte le volte in cui ho creduto che tu non ci fossi al momento opportuno o che le tue parole non rispondessero alle mie domande. Tu accogli e trasforma.
Ti chiedo allora i doni dell’umiltà e della sapienza del cuore per scegliere sempre il meglio: non le mie domande, ma le tue risposte; non io al centro, ma tu in mezzo; non la mia incredulità, ma la tua credibilità; non le mie ansie, ma la tua pace.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa nella mia quotidianità mi ricorda la presenza del Signore?
Quando mi è capitato di pensare che tu fossi passato proprio mentre non c’ero?
Cosa ripongo oggi nelle mani di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Luglio
2020
Qui per me
commento di Gv 20,24-29, a cura di Verena M.