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In modo generale, non desiderare la sparizione di nessuna delle proprie miserie, bensì la grazia che le trasfiguri.
Simone Weil – L’ombra e la grazia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Mi lascio ispirare
Senza possibilità di muovermi, la vita sembra trattarmi come un ospite sgradito. Nessun senso, nessuna pietà, nessuna possibilità di raggiungere e esaudire i miei desideri. Mi trasportano tra una folla che mi vede con curiosità e un po’ di ribrezzo, alcuni con una pietà che ringrazia di non essere al mio posto. Ecco l’uomo, il Santo da cui i miei amici hanno voluto portarmi, l’ultima nuova medicina del momento.
Ma quest’uomo non mi dà nessuna ricetta. Mi dice solo: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Ed è la prima volta che qualcuno mi parla così: i miei occhi delusi, che non l’avevano neanche guardato bene, trovano il suo sguardo. Quest’uomo ha visto tutto di me, sa i miei pensieri meschini, sa che mi sono arreso, sa che mi vergogno di stare qui davanti a lui in queste condizioni. Ma mi guarda lo stesso negli occhi, lì dove sa di trovarmi, e non fa quasi caso alle mie condizioni. Mi chiama “figlio”, con affetto. Mi dice: «Coraggio, il passato è passato. Coraggio, fai di nuovo battere il cuore. Coraggio, fidati di nuovo della vita. Coraggio, guarda quanta grazia è intorno a te anche adesso».
È solo dopo che mi sono alzato sulle mie gambe e ho festeggiato il mio ritorno tra i vivi che ricordo quello sguardo. Nel ringraziarlo di avermi ridato la possibilità di vivere e camminare mi ricordo della sua prima frase, del suo primo sguardo. E guardando indietro vedo che la grazia era già presente nella mia vita: nei miei amici, che mi avevano trasportato da lui mentre io avevo perso ogni speranza, nella loro fede incrollabile che aveva attirato il suo sguardo su di me, nella loro carità, che li aveva spinti a pregare l’uomo dei miracoli non per loro e i loro problemi, ma per un’altra persona, per un amico. E così, guardando indietro e riconoscendo finalmente la grazia, rin-grazio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le persone o le situazioni che mi hanno portato sotto lo sguardo amorevole di Gesù?
Guardando indietro nei periodi di paralisi, dove posso intravedere la grazia che prima non vedevo?
Per cosa ringrazio, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Luglio
2020
Rin-grazio
commento di Mt 9,1-8, a cura di Gloria Ruvolo